Tenere a mente il mondo
PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “Mindscapes. Psiche nel paesaggio.” di Vittorio Lingiardi
In questa opera Vittorio Lingiardi ci propone una passeggiata tra paesaggi concreti e letterari aventi il potere di descrivere e rappresentare non solo degli “stati d’animo” umani, ma vere e proprie geografie interiori. Innanzitutto, parte dal presupposto che gli “ambienti non umani” (espressione che riprende da Searles) presenti nella vita di tutti i giorni, nell’abitare come nel viaggiare, nei ricordi, nei sogni, nelle fantasie, nell’arte, hanno anch’essi significati psicologici importanti per l’esistenza degli individui.
Il paesaggio, in questo testo, è approcciato come creatore e disvelatore della nostra identità, e posto a cavallo tra mondo interno dell’osservatore e mondo esterno naturale/artificiale; le geografie dei luoghi ci colpiscono e ci trattengono presso di loro in quanto riverberano di immagini, ricordi, fantasie e oggetti interni proiettati, ma hanno una loro identità che trascende la nostra e che ci spalanca, per così dire, verso quanto è impersonale.
Il paesaggio è quindi “una scoperta, un’invenzione e un ritrovamento.” (p.17 del testo)
L’autore svela già nell’introduzione la natura “transizionale” (per dirlo con un termine caro a Winnicott, più volte citato) dell’opera che oggi vi presentiamo; un punto di incontro non solo tra luoghi interni e luoghi esterni, ma anche tra discipline: letteratura, storia e antropologia, psicoanalisi, neuroestetica e scienze cognitive – che sono esse stesse paesaggi da osservare e da cui osserviamo. Questo testo mette quindi acutamente insieme una serie di conoscenze in merito al ruolo che i mindscapes hanno nella nostra vita mentale.
Mindscape, “è un neologismo per collocarci a metà strada, là dove dobbiamo stare: con la psiche nel paesaggio e il paesaggio nella psiche.” (p.8) e si riferisce per l’appunto alla natura insieme interna-esterna dei luoghi, e alla dimensione psicologica presente in essi.
In particolare sono svariati i rimandi a concetti psicoanalitici, dai più tradizionali ai più originali, da cui emergono molteplici sfaccettature del rapporto tra uomo e paesaggio, o tra uomo e oggetti del mondo. Lingiardi sottolinea soprattutto la matrice “umana” della relazione col paesaggio, dove anche le preferenze estetiche sono un frutto complesso di incontri e condivisioni precoci, tanto simboliche quanto affettive (ricchi ed interessanti i rimandi a Bion e Meltzer). In questo senso, alla luce delle problematiche sociali e ambientali attuali, è da tenere in considerazione che il rapporto dell’uomo con il mondo “non umano”, come ogni altro rapporto, è “non certo esente dall’ambivalenza. Un’ambivalenza che oscilla tra la dipendenza e il controllo, la sottomissione e lo sfruttamento, e che può dunque promuovere attitudini di rispetto, ammirazione e tutela, ma anche indifferenza e disprezzo. Fino alla ‘ferocia territoriale’.” (p.21)
Conoscere o interrogarsi su questi aspetti degli “ambienti non umani”, con l’aiuto delle parole di molteplici autori e ricercatori, serve anche ad affermare l’importanza per la psicologia di riportare l’attenzione sul mondo, di renderlo soggetto (più che vittima) di uno scambio, e non solo fondale per le interazioni umane. Cambiando nel tempo la geografia interiore degli individui e della società, cambia di pari passo quella esteriore – e viceversa, ovviamente. Perciò uno sguardo aperto al panorama è quantomai necessario.
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SCHEDA LIBRO
Titolo del libro: Mindscapes. Psiche nel paesaggio
Autore: Vittorio Lingiardi
Casa Editrice: Raffaello Cortina Editore.
Anno pubblicazione: 2018
articolo di Alice Bettini