Quando il corpo “non c’è”

Quando il corpo “non c’è”

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “Corpo dematerializzato e corpo sottile. La psicoterapia on-line e il costellarsi dell’immaginario.”

Noi terapeuti, oltre ad essere il luogo del contenimento e della rielaborazione delle dinamiche, diventiamo, nelle sedute on-line, anche la stanza d’analisi, siamo noi che la materializziamo con il nostro immaginario, che ricostruiamo il luogo oltreché il senso. E questo non è facile

Marini, 2022

La Pandemia da Covid-19 ci ha costretti in un primo momento davanti alla necessità pratica di spostare on-line gran parte delle attività lavorative e così anche i servizi psicologici-psicoterapeutici. In questo modo le cosiddette sedute on-line sono divenute una consuetudine, facendoci accantonare per un momento l’annosa questione della loro natura. Tuttavia ancora oggi – e soprattutto oggi che hanno subito un impulso così massiccio e una diffusione così marcata – ci si domanda quanto siano “efficaci”, quanto siano “equivalenti” o se siano un’altra cosa ancora, rispetto alla terapia tradizionale a studio.
In merito a questa domanda il testo che oggi vi presentiamo (brevissimo e godibilissimo) non pretende di dare una risposta definitiva – non si pone come compendio definitivo “pro” o “contro” – ma offre una prospettiva che considera sia i lati negativi (per poterli innanzitutto gestire) sia quelli positivi di un percorso avviato o proseguito on-line.
Particolarmente sensato risulta il presupposto da cui l’autrice parte, cioè che “di fronte a ogni nuovo evento, scoperta scientifica o tecnologica dovremmo attivare la nostra coscienza critica, confrontarci personalmente e utilizzare le nostre categorie per includere il nuovo, declinandolo nelle mille sfaccettature che la nostra umanità ci suggerisce” (Marini, 2022).

Questo perché chiaramente “Lo strumento tecnologico con i suoi pro e contro è ormai radicato nelle nostre vite e allora si pone il problema di saperlo utilizzare senza essere fagocitati, mantenendo un ancoraggio a ciò che ho prima definito sano, naturale, strutturante” (Marini, 2022)
Aggiungiamo che porsi in ottica critica, ovviamente, non vuol dire rifiutare il “nuovo” contrapponendolo al “vecchio”, in un clima di idealismo nostalgico, ma conservare il dubbio mentre si considera psicologicamente la circostanza, caso per caso.
Per quanto riguarda la terapia on-line la critica che maggiormente risuona e che l’autrice approfondisce, riguarda l’assenza – o la diversa presenza – di uno spazio comune in cui si rende visibile il contributo del corpo di entrambi i partecipanti alla relazione. Da questo punto di vista, la terapia on-line si va ad unire alle esperienze che potenzialmente incoraggiano una dematerializzazione delle relazioni, che risultano monche, private anche di quelle circostanze che precedono e seguono l’incontro in presenza, che pure fanno parte del percorso. L’esperienza materica, ricorda l’autrice, è fondamentale, poiché “la materia costituisce limite e agire in assenza di materia ci porta a non entrare più in contatto con il senso del limite e questa assenza dei limiti ci porta ad aumentare i rischi di uno scivolamento verso un’onnipotenza che procede contromano rispetto agli obiettivi di una terapia”(Marini, 2022).
Il corpo è il “rappresentante” di questa matericità e uno strumento terapeutico importante, transferalmente e controtransferalmente parlando, che nel setting a distanza sembra non poter entrare direttamente – anche semplicemente per il fatto che ci è precluso alla vista l’intero corpo dell’altro.
Tuttavia, l’autrice è del parere che se si padroneggia e comprende il mezzo in questione si può utilizzare a favore della circostanza e dei propri scopi.
Quindi, se la terapia on-line ci preclude l’esperienza tradizionale dei corpi, dematerializzandoli, quel che resta è comunque il lavoro sulle loro rappresentazioni.
Se il corpo non è presente materialmente lo si può immaginare...
L’immaginazione del corpo fa parte della terapia (compresa la psicoterapia in presenza), ma in questo caso approfitta di ciò che non è “materico” per definire il simbolico, nel qui e ora della seduta, con un richiamo al corpo sottile della tradizione esoterica e strizza l’occhio a quel ramo del pensiero junghiano interessato alla natura del rapporto tra psiche e materia. Come sosteneva Jung, infatti: “Ci si può riconciliare con il mistero che fa dell’anima l’aspetto interiore della vita del corpo, e del corpo la rivelazione esteriore della vita dell’anima, vedendo in loro, anziché una dualità, una vera unità...”(Jung, 1933).
“Corpo dematerializzato e corpo sottile”, che è la trascrizione di un intervento seminariale tenutosi nel 2020, suggerisce allora – o più che altro abbozza – un punto di vista alternativo per una riflessione sul corpo e sul campo analitico, che mira (anziché a rimpiangere quello che non c’è) a considerare quello che c’è, quando la seduta online si pone come l’unica forma di relazione possibile.

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SCHEDA LIBRO

CORPO DEMATERIALIZZATO E CORPO SOTTILE. La psicoterapia on-line e il costellarsi dell’immaginario.

Titolo dell’articolo: CORPO DEMATERIALIZZATO E CORPO SOTTILE. La psicoterapia on-line e il costellarsi dell’immaginario.

Autori: Alda Marini

Rivista: Edizioni Magi

Anno pubblicazione: 2022

articolo di Alice Bettini


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