Giubbotti di sabbia per bimbi con deficit di Attenzione/Iperattività nelle scuole tedesche

Attention Deficit Hyperactivity Disorder

Non di rado accade che di fronte una diagnosi di ADHD genitori ed insegnanti si trovino spaesati. I comportamenti dei bambini con ADHD, non sono facili da comprendere se non si ha un’opportuna formazione. La premessa per una buona relazione e buona didattica con questi bambini è la conoscenza e non i “SACCHETTI DI SABBIA”.
Sta suscitando polemiche e inquietudine l'idea, adottata già da 200 scuole in Germania, di far indossare giubbotti pieni di sabbia a bambini affetti da deficit di attenzione/iperattività. I gilet imbottiti possono arrivare a pesare fino a 6 chili. Lo riportano i media tedeschi. I promotori dell'insolita misura, adottata per la prima volta dalla scuola Grumbrechtstrasse nel distretto di Amburgo, sostengono di aver notato un miglioramento nei ragazzi affetti dall'Adhd, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.  Secondo le scuole tedesche che li stanno già usando, sono un modo "più delicato e meno complicato" di affrontare un fenomeno in aumento in Germania. Ma diversi genitori hanno manifestato la loro preoccupazione sui social media definendola una "tortura". Bisogna comprendere che il bambino non è volontariamente “disattento” o “distratto”, ma è carente nella capacità di autoregolazione per cui non riesce a gestire i propri comportamenti e le emozioni. Non bisogna pertanto colpevolizzarlo, ma cercare di attrarre la sua attenzione con metodologie adatte. Non accettare il bambino ed il suo problema equivale ad alimentare i vissuti di impotenza e incapacità con conseguente frustrazione che verrà sfogata, inevitabilmente, sul bambino. 

E’ utile sapere che secondo la normativa scolastica italiana i casi di ADHD rientrano nella recente normativa sui BES (Bisogni Educativi Speciali) per cui, in caso di diagnosi certificata, se il Consiglio di Classe lo ritiene opportuno (non è quindi obbligatorio), è possibile redigere un Piano Didattico Personalizzato, con il fine di agevolare lo studente riducendo le situazione che potrebbero favorire condizione di disagio.

Cos’è l’ADHD?

ADHD è l’acronimo di Attention Deficit Hyperactivity Disorder, tradotto in italiano come Disturbo di Deficit d’attenzione e/o iperattività. Si tratta di un quadro patologico di difficile identificazione, in quanto si presenta sempre come molto eterogeneo con sintomi di disattenzione, iperattività o una commistione dei due. Rilevarne la presenza è di estrema importanza per l’individuo, nei soggetti affetti spesso di verificano fenomeni di abbandono scolastico; le relazioni sociali non sono adeguate, le prestazioni scolastiche sono compromesse. La discontinuità  dell’attenzione può compromettere l’apprendimento, non permette lo sviluppo di strategie adeguate ad instaurare relazioni soddisfacenti con gli adulti ed i compagni. Tale deficit si traduce in un’attivazione motoria spropositata ed inappropriata, e quindi può favorire una difficoltà nel rispettare regole e turni.

Come si comporta un alunno con ADHD a scuola?

L’alunno con ADHD mette in atto alcuni comportamenti in conseguenza del suo quadro diagnostico. In base alla sintomatologia prevalente potrebbe, ad esempio, essere molto lento nell’iniziare le attività (prevalenza disattentiva) o, al contrario, essere impulsivo e precipitoso (prevalenza iperattiva) per cui ogni caso dev’essere valutato individualmente.

Situazioni che potrebbero verificarsi a scuola con un bambino con ADHD:

  • Tendenza a dimenticare a casa i materiali per la scuola;
  • Tendenza a non eseguire i compiti per casa;
  • Infrazione delle regole dei giochi;
  • Banco con un caos di oggetti non inerenti all’attività che sta svolgendo;
  • Difficoltà nel ricordare nessi causa-effetto in una narrazione;
  • Risposta prima che la domanda sia stata completata;
  • Povertà lessicale nella produzione di testi scritti;

Queste sono solo alcune delle situazioni che potrebbe dover affrontare a scuola con un alunno ADHD in classe. Punizioni e rimproveri e “Sachetti di Sabbia”, come ben saprà chi ha dovuto affrontare queste situazioni, non sono deterrenti e non hanno alcun tipo di effetto. Ciò accade perchè, come abbiamo detto precedentemente, il bambino non attua queste condotte volontariamente, ma esse sono frutto di una disfunzione regolativa.


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