Il corso di formazione vuole rappresentare un momento di riflessione ed approfondimento sulla relazione tra i diversi tipi di disturbo da uso di sostanze psicoattive e quadri clinici psicopatologici. Il disturbo da uso di sostanze (SUD) è molto comune tra i pazienti giovani affetti da schizofrenia. Può precedere o seguire l'insorgenza di sintomi psicotici o l'insorgenza di entrambi può coincidere. La comorbilità della schizofrenia-SUD riduce l'aderenza al trattamento, peggiora i risultati della schizofrenia e aumenta le probabilità di ricaduta, con aumento delle riospedalizzazioni e dei tentativi di suicidio. Da qui il rinnovato interesse a trattare secondo un approccio multidisciplinare integrato i nuovi quadri sintomatologici e patologici comorbili. Durante il corso verranno approfonditi i quadri clinici principali, gli aspetti peculiari del percorso valutativo diagnostico, terapeutico e riabilitativo, nonché gli strumenti operativi e gli aspetti organizzativi e di integrazione. Nelle situazioni patologiche più complesse è necessario adottare un approccio multidisciplinare, per garantire al paziente una migliore capacità di decodifica del suo problema, una maggiore efficacia diagnostica e terapeutica, una continuità di percorso per evitare frammentazioni disfunzionali nella presa in carico, per valorizzare le risorse professionali e strumentali a disposizione. Inoltre integrando le diverse competenze specialistiche e cooperando per rispondere ai nuovi bisogni di salute che i pazienti ci manifestano si può procedere più fruttuosamente sul versante dell’innovazione e del miglioramento dell’offerta terapeutica. All’interno di questa cornice, le tre società scientifiche FeDerSerD – Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, SIP – Società italiana di psichiatria, SINPIA - Società italiana di neuropsichiatria infantile e della adolescenza, hanno condiviso la necessità di stendere una Carta dei Servizi, per ribadire il superamento del modello di riferimento disciplinare della “doppia diagnosi” e per declinare in alcuni punti fondamentali il diritto dei pazienti, sia minorenni che adulti, e dei loro familiari, di poter contare su servizi e percorsi specialistici capaci di contrastare il rischio di stigmatizzazione, organizzati e sviluppati in modo da garantire risposte qualificate, specifiche e personalizzate ai loro bisogni.